Il concerto del Fondo edifici di culto tra arte e musica
Di seguito pubblichiamo un graditissimo commento della giornalista di Repubblica Francesca Alliata Bronner.
In un luogo simbolo della cristianità e di resistenza come la Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, è avvenuto, a pochi giorni dal Natale 2022 (il 16 dicembre scorso) qualcosa di meraviglioso, un sogno ad occhi aperti al quale ho avuto la fortuna, l’onore e la sorpresa di vivere “live” e perciò ringrazio nuovamente e molto il Ministero dell’Interno, Dipartimento libertà civili e immigrazione, per l’invito: vi sto parlando del Concerto di Natale offerto e organizzato in occasione della presentazione del tradizionale, magnifico calendario che ogni dicembre da 19 anni raccoglie e racconta – con un tema sempre diverso – una perla nazionale che brilla all’interno del Ministero: il FEC, Fondo Edifici di Culto, una realtà straordinaria che sostiene, cura, protegge un patrimonio inestimabile di oltre 840 chiese (più due “capolavori green” dove la natura è intesa come opera d’arte: la Foresta di Tarvisio e l’Altopiano di Quarto Santa Chiara due realtà naturalistiche ricche di storia, di biodiversità, di spettacolari paesaggi e percorsi) ubicate su tutto il territorio e che anche io non conoscevo e con l’occasione di sfogliare anche i precedenti calendari (uno più bello dell’altro, quest’anno il tema “In viaggio con Bernini” ) ho scoperto una realtà italiana di cui essere orgogliosi tutti e soprattutto una realtà del Ministero dell’Interno comunemente conosciuto per trattare fatti molto più “angosciosi” e difficili.
Fra queste chiese, una più prestigiosa dell’altra, ci sta (anche) l’Ara Coeli, che non è nuova a ospitare concerti, ma questo edizione XIX° del Fec, che ha visto anche aprire “le danze” dalle nobili e incoraggianti parole del nuovo ministro Piantedosi (davvero danze perché subito dopo si è esibito un ballerino d’eccezione: l’étoile spagnola Sergio Bernal sulle note dei Carmina Burana), ha assunto ancora di più a mio parere un sapore di festa nazionale, di rito sacro e pagano nello stesso momento, di speranza e ottimismo. Contro la guerra, contro la violenza, contro le diseguaglianze di ogni genere uniti dall’amore per l’Arte (con la a maiuscola).
Ed è stata un Festa (con la effe maiuscola) di gioia, umanità e cultura colorata dalla musica magnifica interpretata dalla Banda Musicale della Polizia di Stato diretta da Maurizio Billi, con Pietro Monti, maestro del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che ci hanno regalato emozioni incredibili, grazie alle voci di artisti che si sono susseguiti su un programma musicale anche quello scelto mirabilmente: Noemi che ha cantato Dalla (un sogno); Serena Menarini, Abun; Cataldo Caputo, Core ‘ngrato; Olga Zakharova, Schindler’s List; solo per citare il caleidoscopio avvolgente della magica serata, in un ideale abbraccio da nord a sud e con tutto il mondo, visti gli artisti internazionali, con il grande, grandissimo finale intonato da tutti noi con i protagonisti e gli ospiti in piedi tutti, dell’Inno Nazionale (Il Canto degli Italiani di Michele Novaro).
Qui davvero è scesa la lacrima a qualcuno (l’ho visto con i miei occhi), una lacrima di gioia “versata” dalla musica, gli interventi spontanei e sentiti di storici, interpreti, donne affascinanti, imprenditori capaci, in un viaggio di note, di voci, di arte e di riflessioni dal vivo che per una sera mi hanno regalato emozioni che non provavo da tempo: nutrirsi di cultura imparando sempre cose nuove, il lusso “gratuito” di conoscere il patrimonio storico e artistico del Belpaese, “viaggiando” realmente o virtualmente in questi giorni di festività. E nei mesi 12 prossimi mesi, anche solo sfogliando quel calendario da collezione.
Grazie ancora profondamente da tutti i presenti e da me.
Al prossimo concerto e calendario a fine 2023.
E un forte augurio di bene per tutti noi.
Francesca Alliata Bronner