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La Val di Saisera

A monte dell'abitato di Valbruna ed ai piedi dei massicci della catena del Jôf Fuart, la Val Saisera è la meta di quanti, turisti domenicali e stagionali od appassionati alpinisti, vogliono trovare il contatto con la natura in un ambiente ecologicamente integro. Il paesaggio di questa valle è tipico della montagna, aspro ed accidentato. 

La testata è chiusa ad anfiteatro da alcuni fra i massicci maggiori delle Alpi Giulie: il Montasio, l'Jôf Fuart, il Nabois, il Foronon di Buinz, che si prolungano ai lati nei contrafforti culminanti al Monte Cacciatore, il regno del Camoscio, ed al Jôf di Miezegnot. Annotava il vecchio scrittore austriaco nel suo libro di caccia: "Tutti i libri di viaggio attribuiscono a questa vallata alpina ed al suo terminale l'aggettivo di "straordinario". Io non posso associarmi, perché tale attributo dice troppo poco! Secondo la mia modesta conoscenza del mondo alpino austriaco, il fondovalle del Saisera offre uno spettacolo altamente alpino di un effetto soggiogante per la sua singolare bellezza, per la sua grandiosità, pesantezza e sublime maestosità. Non vi è alcun confronto della vallata del Saisera con altre zone alpine. Le stesse Alpi Dolomitiche non presentano qualcosa di simile.

La valle del Saisera sorte un effetto superlativo per la farzosa pelliccia dell'Ermellino invernale e per il fascino dell'azzurro firmamento italiano che sovrasta sui colossi montuosi. Con tutta l'abilità e la mia esperienza non sono in grado di descriverel'incanto che la valle del Saisera esercita sulla vista e sull'animo, quando al visitatore è concesso di poter contemplare devotamente questo meraviglioso mondo in una limpida giornata invernale, nello splendore fiabesco della terra e del cielo meridionale. Il visitatore diviene compartecipe della fortuna terrestre, il suo cuore si riempie di una gratitudine forse mai così percepita nel poter per tale grazia ristorare l'occhio e l'animo alla vista deliziosa di questo vergine, inaccessibile mondo fiabesco di una bellezza indescrivibile. La grazia di un imperatore impallidisce in confronto al dono divino di poter vedere così la magnificenza della Val Saisera, come quando io ebbi occasione di contemplarla in un mattino di marzo con tempo invernale splendido, scintillante e sfavillante. Tale grazia rende l'uomo attonito, piccolo, devoto e riconoscente. Rinasce la gioia della vita e la supposta perdita della fortuna. Il vecchio petto si riempie di delizia."