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Conversione del permesso di soggiorno per motivi religiosi a lavoro subordinato: il parere del Consiglio di Stato 1048/2015 conferma la corretta applicazione operata dal Ministero dell’Interno

Un Parere del Consiglio di Stato, il n. 1048 del 15 luglio 2015, acquisito dal Ministero dell’Interno  il 25 agosto successivo, ha fatto chiarezza sulla  problematica instauratasi circa la possibilità di conversione del permesso di soggiorno per motivi religiosi in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, con riferimento alla normativa dell’articolo 14 del D.P.R. 394 del 1999. Sulla vexata quaestio si erano venute a determinarsi posizioni contrastanti tra l’Amministrazione dell’Interno, che non riteneva accoglibili tali istanze, e la giurisprudenza amministrativa, peraltro non sempre univoca, che in molte occasioni aveva accolto i ricorsi presentati contro i correlati dinieghi nei confronti di religiosi interessati ad ottenere il permesso di soggiorno per lavoro subordinato.
La Sezione Prima del Consiglio di Stato, nell’evidenziare come la normativa sulla conversione dei permessi non sia suscettibile di interpretazione estensiva, sottolineava in detta sede come l’unica ragione per la quale un cittadino straniero possa ottenere il permesso di soggiorno per motivi religiosi sia quella di svolgere nel territorio nazionale l’attività strettamente collegata al proprio ministero religioso e che se tali presupposti vengono meno, perché il titolare di tale permessi intenda dedicarsi ad attività lavorativa, venga a mancare l’unico presupposto di entrata e permanenza nel territorio nazionale.

Ultima modifica:
11/04/2016 - 17:09