Lingue

Tu sei qui

Giornata mondiale del rifugiato, oltre 50 milioni le persone in fuga nel 2013 secondo l'Onu. Bubbico: partnership tra autorità nazionali, agenzie e ong; impegno nel semestre europeo per libertà, giustizia e sicurezza

Per la prima volta dalla Seconda Guerra mondiale il numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in tutto il mondo supera i 50 milioni, arrivando nel 2013 a quota 51,2. Si tratta di 6 milioni in più rispetto all'anno precedente. Un aumento massiccio dovuto, spiega l'Unhcr, soprattutto all'esodo prodotto dalla guerra in Siria ma anche da altre situazioni di conflitto e instabilità, come nel caso della Repubblica centrafricana e del Sud Sudan.

Sono i dati del rapporto annuale pubblicato oggi dall'UNHCR, l'Agenzia Onu (Organizzazione dell Nazioni unite-United nations) per i Rifugiati, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato. Il fenomeno «non è emergenziale ma richiede risposte strutturali e di lungo periodo», secondo il viceministro all'Interno Filippo Bubbico, intervenuto questa mattina a una tavola rotonda sul tema organizzata al campidoglio, sede del comune di Roma, insieme a esponenti dell'Agenzia Onu.

«Dietro ad ogni numero c’è una storia» ha proseguito Bubbico citando lo slogan scelto quest'anno dall'Unhcr, «storie di disperazione, fragilità, angoscia, violenza», alle quali è doveroso aggiungere la speranza. «In Europa ci stiamo impegnando, e ci impegneremo durante tutto il semestre di presidenza, a dare rinnovato impulso e vigore ai diritti di libertà, giustizia e sicurezza», ha assicurato il viceministro.

Passando alle strategie di governo di «un fenomeno tanto complesso, quanto fondamentale per il presente e il futuro delle nostre società», Bubbico propone un modello di accoglienza su vasta scala «basato sulla partnership tra autorità nazionali, agenzie multilaterali e istituzioni nazionali non governative» sulla falsariga della positiva esperienza sperimentata in Italia con l'attuazione del progetto 'Praesidium'.

Inoltre, per rendere più efficace il sistema e garantire il diritto d'asilo contro le reti criminali che lucrano sui profughi, il viceministro ha insistito sulla «necessità di rendere sempre più forte la cooperazione tra gli uffici dell’UNHCR situati nei Paesi d’accoglienza e quelli che si trovano nei Paesi di origine e transito dei profughi».

Ultima modifica:
15/04/2016 - 16:39