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La governance dell'accoglienza

La Conferenza unificata del 10 luglio 201416 ha sancito l’Intesa tra i vari livelli di governo nazionale e locale, approvando il Piano Nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati. L’aspetto fondamentale su cui si basa l’attuazione del Piano è quello del progressivo superamento della logica emergenziale che aveva caratterizzato fino ad allora il sistema di accoglienza italiano. L’adozione di Ordinanze di Protezione Civile (nel caso dell'emergenza Nord Africa – ENA) ha consentito, da un lato, di risolvere la situazione contingente ma, dall’altro, ha ostacolato l’affermarsi di una visione complessiva e strutturata che affrontasse in modo stabile una attività così strettamente legata al complesso tema dei flussi migratori. La chiusura del lungo periodo emergenziale iniziato nel 2002 è stata sancita, proprio in relazione all’ENA, con l’Ordinanza del Capo Dipartimento della protezione civile del 28 dicembre 2012 n.33 e con la chiusura della emergenza umanitaria dal 1° gennaio 2013. Il sistema di accoglienza italiano a quella data non aveva certamente una rete territoriale in grado di accogliere il flusso enorme di persone che il clima di instabilità politica ed economica di vaste aree del continente africano porta verso l’Italia e anche di integrare persone anche in situazioni di vulnerabilità e minori che fuggono da situazioni di crisi e che necessitano di protezione. Si tratta, come è ovvio, di un tema molto complesso che non è semplice affrontare e gestire come dimostrano i fatti.

Ciò che va sottolineato è che il sistema di accoglienza italiano non era strutturato né predisposto per un aumento dei flussi migratori. Il Piano Operativo Nazionale del 10 luglio 2014 prevede un sistema articolato da attuarsi dal momento dello sbarco con le attività di soccorso e assistenza e l’individuazione di HUB regionali e interregionali, strutture di prima accoglienza funzionali al successivo trasferimento nella rete SPRAR, definita, in prospettiva, quale sistema unico di accoglienza delle persone richiedenti o titolari di protezione internazionale e di tutti i minori stranieri non accompagnati.

In proposito, va sottolineato che il Documento del 10 luglio 2014 per garantire una distribuzione quanto più equa su tutto il territorio nazionale ha previsto che, in mancanza di posti nelle strutture governative e dello SPRAR, qualora sia necessario programmare la distribuzione dei migranti giunti sulle coste italiane, si dovrà procedere secondo contingenti progressivi di 10.000 unità, ed in relazione alle esigenze di accoglienza, seguendo criteri di ripartizione regionale che tengano conto della percentuale della quota di accesso al Fondo nazionale per le politiche sociali, applicando quote relative alla effettiva permanenza sui territori e non alle assegnazioni iniziali.

Con decreto del Ministro dell’Interno del 16 ottobre 2014 viene regolata l’attività del tavolo di coordinamento Nazionale quale fondamentale momento di condivisione delle scelte da parte di tutti i livelli di governo e del mondo dell’associazionismo, capitalizzando in tal modo l’approccio metodologico seguito nella gestione dell’emergenza umanitaria legata al Nord Africa incentrato su una stabile e stretta cooperazione interistituzionale tra le diverse Amministrazioni pubbliche coinvolte.

Tra le funzioni previste c’è quella riguardante la predisposizione del Piano Operativo nazionale, approvato il 17 giugno 2015. Il documento è articolato su 5 punti principali: un’analisi dell’attuale scenario internazionale e dei suoi riflessi sui flussi migratori verso l’Italia; una verifica dello stato di attuazione del Piano operativo 2014, previsto nell’intesa del 10 luglio 2014; una raccolta di dati relativi al sistema di accoglienza al 31.12.2014; una proiezione per il 2015 e un calcolo del fabbisogno del sistema accoglienza, formulato anche sulla base di un turnover monitorato; un’analisi dei percorsi di uscita dal sistema dell’accoglienza.

Nell’ambito di ciascuna Regione, il Piano nazionale attribuisce ai Tavoli di coordinamento presieduti dal Prefetto del Comune Capoluogo le funzioni connesse alla successiva assegnazione concordata con gli enti locali ove vengono individuate le strutture destinate all’accoglienza temporanea. In linea con la strategia indicata nel Piano, l’accoglienza dovrà garantire una divisione sul territorio degli oneri e ciò richiede nel tempo una revisione dell’attuale sistema alla luce della necessità di adeguarlo alle esigenze di ordinarietà e flessibilità di una migrazione che cambia consistenza, caratteristiche e rotte.

Il Ministero dell’Interno ha disposto l’adozione di una procedura di monitoraggio e controllo sui centri di accoglienza attivati nell’ambito dell’emergenza sbarchi.

L’obiettivo è quello innalzare gli standard qualitativi dell’accoglienza per mezzo dell’implementazione del livello complessivo di accountability, dell’individuazione dei bisogni specifici e del miglioramento delle procedure di selezione dei soggetti gestori e della verifica degli adempimenti contrattuali da parte degli stessi soggetti.

In data 20 agosto 2015 è stata diramata la Direttiva del Ministro dell’Interno in materia di implementazione delle attività di controllo sui soggetti affidatari dei servizi di accoglienza dei cittadini extracomunitari che prevede controlli sui requisiti soggettivi degli enti gestori, l’inserimento nei bandi di gara di specifiche clausole a tutela dell’interesse pubblico e della legalità, l’estensione dei controlli anche ai soggetti affidatari dei servizi di accoglienza che abbiano stipulato convenzioni con le pubbliche amministrazioni.