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“Migrazioni e Minori in movimento in Europa” - 1° giornata

Proseguono i lavori della Conferenza Annuale dei direttori generali responsabili per l’Immigrazione di diversi Paesi europei G-Disc

Roma, 24 giugno 2016 – E’ proseguita nel pomeriggio di ieri la Conferenza G-Disc.

Nell’ambito delle sessioni parallele, si è discusso di aspetti molto rilevanti per la gestione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

La sessione sugli standard di qualità nei servizi di accoglienza ha focalizzato l’attenzione sui diversi modelli nazionali. In particolare, la dottoressa Maria Caprara, Capo dell’Unità di Missione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati del Ministero dell’Interno, ha illustrato il nuovo sistema di accoglienza, in fase di realizzazione  in Italia,  dedicato a tutti  i minori stranieri non accompagnati indipendentemente dall’eventuale presentazione della domanda di protezione internazionale.

Questo nuovo sistema prevede un’ospitalità articolata su due livelli: il primo di pronta recettività dei minori all’arrivo; il secondo, volto all’integrazione dei minori,  mediante l’inserimento nei progetti della rete SPRAR.

Nel corso della discussione, è stato manifestato particolare interesse per i temi della nomina del tutore, dell’affido familiare, della procedura dell’accertamento dell’età e delle situazioni di particolare vulnerabilità dei MSNA.

I rappresentanti di alcuni Paesi partecipanti ai lavori hanno altresì fornito – anche nell’ambito della sessione plenaria -  interessanti contributi sui temi indicati e più in generale sul sistema dell’accoglienza.

Nella sessione sui processi d’integrazione e sul diritto di residenza, il presidente  Marie-Frederique Whitley ha illustrato la normativa francese sul riconoscimento della minore età, effettuato anche attraverso esami medici. Ha ricordato che, nei casi disciplinati espressamente, si può avviare una procedura di non ammissione e in 48 ore si deve decidere se accettare il minore oppure espellerlo. Accertata l’effettiva età, si garantiscono tutela legale, alloggio, cure mediche.

Una volta raggiunti i 18 anni, è necessario richiedere il permesso di soggiorno e la residenza. Se il minore è a carico dei servizi sociali, il permesso verrà dato in relazione alla sua volontà di integrazione nel paese che ha raggiunto e ai suoi progetti futuri. Viene valutato l’interesse dei giovani a partecipare alla vita della comunità francese. In quel caso, si offre loro un contratto, ma anche la possibilità di accedere all'università.

Uno dei problemi legati a questa tematica è che essi, pur godendo di numerose tutele, spesso rivelano la loro identità troppo tardi.

In Francia assume un rilievo fondamentale il coordinamento tra le diverse autorità competenti in materia. Prima era il governo locale ad occuparsi dei minori, oggi agisce il governo nazionale in prima linea.

A gennaio 2016 è stata introdotta una nuova legge per cui l’esame medico non può essere effettuato senza il consenso dei minori.

In Francia esiste un sorta di contratto, per i giovani tra i 18 e i 21 anni, secondo il quale essi possono restare nello Stato sempre che abbiano dimostrato un interesse a partecipare alla vita sociale francese.

Nel panel nel quale si è discusso del migliore modello per la cooperazione, sono emersi quattro modelli, di cui, in particolare due si sarebbero rivelati maggiormente adatti allo scopo.

Il primo modello, proposto dalla Turchia, si sostanzia in una piattaforma digitale condivisa che possa costituire un efficace supporto per consentire una migliore gestione dell’accoglienza.

Il secondo modello proposto è la creazione di workshop personalizzati nei diversi Stati membri.

A conclusione della giornata di ieri, dopo l’intervento di Maria Jesus Dapena, che ha illustrato l’impegno dell’Agenzia Europea EASO, nei confronti dei minori, anche nella raccolta dei dati d’interesse delle singole persone arrivate nel nostro territorio, pubblicati mensilmente con possibili valutazioni in itinere del fenomeno, si è tenuta la discussione generale, moderatore il Presidente del G-Disc Gattiker.

Nell’occasione, si è discusso del differente approccio al problema dei minori non accompagnati da parte dei diversi Stati.

Per quanto concerne la Svezia, si è evidenziato che il numero di minori è diminuito quest’anno e che da maggio si sono registrate 1200 domande di asilo. Tale decremento si giustifica con la chiusura degli accessi dai Balcani e con l’incremento dei controlli alle frontiere. Per quanto concerne l’accoglienza, le competenze sono assegnate a diverse autorità, anche se, per i minori, la regola è che essi godono degli stessi diritti degli svedesi. La vera crisi riguarda i Paesi da cui i minori provengono.

In Olanda, invece, si è registrato un aumento dei minori non accompagnati. In carenza di documentazione certa, per la determinazione dell’età dei minori, si ricorre alla radiografia del polso oppure, se necessario, della clavicola. In Olanda opera un’agenzia centrale per l’accoglienza dei richiedenti asilo che hanno più di 15 anni. L’agenzia ha sviluppato strutture per i minori e gli adulti facendo in modo che essi siano 100 per area e che se ne favorisca l’integrazione. Chi entra nel Paese ha a disposizione un tutore responsabile che lo aiuterà anche nel prendere decisioni.

In Turchia, i minori non accompagnati sono inviati negli uffici per l’immigrazione e della loro presenza vengono informati anche altri ministeri. Si avvia una procedura ad hoc finalizzata a garantire un alloggio e ad assegnare un tutore per ogni minore entrato nel Paese. Essi possono essere collocati presso famiglie affidatarie. Se si dovesse avere il sospetto che il minore abbia già compiuto la maggiore età, egli è sottoposto a specifici accertamenti oppure se ne occupano esperti di medicina forense specificamente individuati. Qualora la persona risultasse maggiorenne, viene tenuto presente sempre il superiore interesse dello stesso.

In Svizzera, i minori devono essere ospitati in centri di accoglienza, anche se si tenta di affidarli a famiglie in precedenza selezionate. Molti di loro hanno 16-18 anni. La peculiarità della Confederazione elvetica è che i 26 cantoni svizzeri adottano 26 diverse misure in materia di accoglienza.

In Italia, infine, l’accertamento dell’età deve avvenire in maniera più tempestiva possibile. Molti giovani sono già adulti. Un DPCM non ancora pubblicato in materia di potenziali vittime di tratta stabilisce misure rafforzate per la protezione dei minori. Vengono effettuati vari controlli a cui assiste il tutore, ma ognuno di essi è impugnabile e, così, la procedura potrebbe diventare molto lunga. Il modo per determinare l’età del minore si basa sulla radiografia al polso.

Ultima modifica:
24/06/2016 - 15:09