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“Protezione dei Minori migranti” - Diritti dei minori – Se ne è discusso a Bruxelles il 29 ed il 30 novembre

Roma, 30 novembre 2016 – Si è concluso oggi il 10 Forum Europeo sui diritti dei minori.

Sulla protezione dei minori migranti, hanno discusso, tra gli altri, a Bruxelles i Vertici della Commissione Europea, Frans Timmermans, Vice Presidente, Vera Jourova, Commissario per la Giustizia, Dimitris Avramopoulos, Commissario per le Migrazioni, membri del Parlamento Europeo, rappresentanti dell’ONU, del Consiglio d’Europa e dell’Agenzia Europea del Diritti Fondamentali.

La sessione conclusiva dei lavori, tenutasi nel pomeriggio di oggi, ha visto la partecipazione anche del Prefetto Morcone, Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione.

Morcone ha incentrato il suo intervento sull’idea che nessuno può sottrarsi dall’affrontare una questione di per sé emergente e delicata e che coinvolge così fortemente il presente ed il futuro della ‘vecchia Europa’.

Infatti, per il Capo Dipartimento, oltre ai doveri giuridici e morali nei confronti dei ragazzi che arrivano nei nostri territori, occorre pensare in prospettiva, prefigurandoci il futuro di ciascuno di loro, ma anche quello dei nostri Paesi.

Per i Prefetto, i giovani migranti costituiscono un’opportunità ed un arricchimento, non solo economico, per i Paesi europei, e la sfida sta nel ‘trasformare questa difficoltà in opportunità’.

Il Capo Dipartimento ha sottolineato che ‘la posizione italiana è ferma nel ritenere i minori comunque persone vulnerabili, e ciò indipendentemente dalla richiesta di protezione che eventualmente possono avanzare e a cui possono avere diritto’.

Morcone ha poi evidenziato che ‘fare accoglienza non significa limitarsi a realizzare l’incremento dei posti, certamente indispensabile e tanto gravoso, specialmente per i minori, destinatari di particolari tutele’, ma occorre ‘proiettarsi in avanti, considerando che ogni momento dell’accoglienza è collegato al successivo e tutti, nel loro complesso, sono orientati al futuro di questi giovani migranti’.

A tale proposito, il Capo Dipartimento ha ricordato che l’Italia è impegnata, fin dal 2014, nella costruzione di un nuovo sistema di accoglienza sostenuto, fin dal principio, dall’Europa, tramite la condivisione e il finanziamento di progetti: un percorso da condividere, sulla base della conoscenza della storia, del progetto migratorio, del sogno di ciascuno per orientarlo e sostenerlo nelle scelte, sia di integrarsi in Italia, sia di ricongiungersi, a qualsiasi titolo, con familiari presenti in altri Paesi europei, soprattutto favorendo la partecipazione alle attività quotidiane, scolastiche e sportive, con i coetanei residenti sul territorio.

Morcone ha ricordato che il Ministero dell’Interno italiano, con il ricorso ai fondi AMIF dell’Unione Europea, ha stipulato protocolli con il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, per assicurare in ogni provincia la possibilità di praticare lo sport, con le Università italiane, per consentire la prosecuzione degli studi a chi abbia dovuto interromperli nel proprio Paese, e con la Confindustria italiana per avviare stage formativi presso le aziende.

Il Capo Dipartimento si è, infine, soffermato sulla certezza dei tempi, ritenuto presupposto indispensabile per rendere effettivo il diritto alla relocation di questa categoria di migranti così vulnerabile, e sulla necessità di ripensare lo spettro dei Paesi di origine dei “rilocandi”. Al riguardo, il Prefetto ha dichiarato ‘non ha senso restringere ad alcune nazionalità il diritto all’accoglienza e se il minore è persona vulnerabile, questa condizione prevale certamente sulla valutazione della provenienza da un eventuale Paese considerato sicuro’, nella considerazione preminente che il ‘percorso di ricongiungimento deve essere rigorosamente volontario e non può in nessun caso essere imposto’.

Nelle conclusioni Morcone ha ribadito che ‘la scommessa, assieme alle intese, al sostegno ai Paesi più poveri, la possiamo, non dico vincere, ma gestire, attraverso il forte coinvolgimento delle grandi organizzazioni internazionali come UNHCR, OIM e le migliori ONG, attraverso  l’impegno di persone qualificate e, soprattutto, le sinergie con i territori che, al di là degli slogan politici di corto respiro, hanno bisogno, in un contesto di decrescita della natalità, di questi innesti  e della valorizzazione dei saperi e delle culture diverse, come peraltro è avvenuto nella storia straordinaria del mio Paese’.

Ultima modifica:
30/11/2016 - 16:46