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Fondo Edifici di Culto

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Il Fondo edifici di culto (FEC) è stato istituito dalla legge 20 maggio 1985 n. 222, per l’attuazione di alcuni aspetti dell’Accordo del 18 febbraio 1984 tra lo Stato Italiano e la Santa Sede, che ha modificato il Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929. Il patrimonio dell’ente è composto in prevalenza da circa 840 chiese, moltissime di inestimabile valore storico e artistico, provenienti quasi nella totalità dalle Corporazioni religiose, ossia monasteri e conventi, che, insieme ad altri enti ecclesiastici, furono soppressi dalla legislazione “eversiva” della seconda metà del XIX secolo.

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Il Fondo edifici di culto, istituito e disciplinato dal Titolo III della legge 222/1985, è succeduto, ereditandone i patrimoni, al Fondo per il culto, al Fondo di beneficenza e religione nella città di Roma e ad altre Aziende speciali di culto. A tali enti erano stati attribuiti i beni e le rendite degli enti ecclesiastici colpiti dalle leggi ottocentesche “eversive” dell’assetto della proprietà ecclesiastica: fra questi beni erano presenti anche le chiese già appartenenti ai conventi e ai monasteri soppressi.

 

Il Patrimonio

Sono così pervenuti in proprietà al FEC circa 840 edifici sacri dislocati su gran parte del territorio italiano, nelle grandi città come nei piccoli centri. Senza tralasciare gli esempi “minori”, che a prima vista possono sembrare di più circoscritto valore locale, ma che in effetti sono pur sempre una testimonianza delle grandi correnti religiose e culturali del nostro Paese, è opportuno ricordare che moltissime sono le chiese note a tutti per il loro notevole artistico e storico, con punte anzi di assoluta eccellenza.

Appartengono al Fondo anche importanti aree archeologiche e museali, come le “Case romane”, ossia la domus sottostante la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio in Roma; il museo dell’Opera di Santa Chiara, e la Sala degli arredi sacri nella Basilica di San Domenico Maggiore, entrambi in Napoli; il tesoro e i mosaici della Cappella Palatina nel Palazzo dei Normanni a Palermo.

Tra i suoi beni il FEC annovera, inoltre, un pregevole fondo librario antico custodito nella Biblioteca della Direzione centrale, nel quale vi sono, fra l’altro, circa 400 volumi antichi, stampati a partire dall’anno 1552. Nell’ambito di un accordo con l’Archivio centrale dello Stato, il Fondo gestisce un proprio Archivio storico, conservato nel complesso di S. Croce in Gerusalemme in Roma, e precisamente nella sala già sede della Biblioteca Sessoriana.

Va poi ricordato che il FEC è proprietario di beni di altra natura, tra i quali spiccano la Foresta di Tarvisio e il Quarto S. Chiara: la prima, un’estensione di ambiente alpino di circa 24.000 ettari nella provincia di Udine, al confine con Austria e Slovenia, comprendente due aree di riserva integrale; il secondo, area silvo-pastorale ai piedi della Majella, nel comune di Palena (Chieti), riserva naturale orientata con un interessante ambiente umido.

Infine, appartengono al FEC anche beni fruttiferi come appartamenti, negozi, caserme, fondi rustici ( elenco ).

 

Da chi è amministrato con quali fini istituzionali

Il Fondo edifici di culto ha personalità giuridica, il cui legale rappresentante è il Ministro dell’interno, coadiuvato da un Consiglio di amministrazione. Ha un proprio bilancio, allegato a quello del Ministero, ma da esso distinto.

L’amministrazione del Fondo è affidata a una Direzione centrale del Ministero, inquadrata nel Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. In sede provinciale tale amministrazione è invece attribuita ai Prefetti.

Le finalità istituzionali dell’ente patrimoniale sono fissate dall’art. 58 della legge 222/1985 e consistono nella conservazione, restauro, tutela e valorizzazione degli edifici sacri di proprietà. Gli interventi tecnici relativi sono affidati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero per i beni e le attività culturali. I proventi destinati a tali finalità sono ricavati dall’amministrazione del patrimonio fruttifero e da un contributo annuale dello Stato. Gli edifici di culto sono di norma concessi in uso all’Autorità ecclesiastica per l’ufficiatura e le attività pastorali.

Per valorizzare il suo patrimonio storico artistico, come previsto dalla legge sopra ricordata, il FEC, oltre a prestare le sue opere d’arte per l’allestimento di mostre in Italia e all’estero, cura direttamente la pubblicazione di volumi pregevoli per il ricco apparato illustrativo. Un gradevole appuntamento annuale è costituito, oltre che dal concerto di Natale, dall’uscita del calendario, una raffinata pubblicazione da collezionare, che ogni anno pone l’accento su argomenti diversi.

 

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